domenica 30 novembre 2014



Vsto il diffondersi in tutto il mondo del nuovo "progetto" made in Italy dell' apericena, l'Academia Barilla ne promuove l'eleganza e la qualità in un libro di ricette e consigli, "Enjoy Apericena", per ogni happy hour

«Apericena potrebbe essere una di quelle “parolibere” futuriste teorizzate da Filippo Tommaso Marinetti nel 1913. Un termine irruente, che restituisce le sensazioni visive, olfattive, uditive, gustative e tattili di un evento, incollando liricamente l’aperitivo con la cena», dice Gianluigi Zenti, direttore di Academia Barilla, parlando del particolare aperitivo del nuovo millennio.

Il concetto di apericena, così innovativo, ha le sue radici già nella Roma imperiale, dove il rito dell’aperitivo in senso lato – ossia più sul robusto che sul leggero – era immancabile. Era dato da una serie di preparazioni così creative, opulente e stuzzicanti (ne dà una bella descrizione Petronio nel “Satyricon”, quando narra la cena a casa di Trimalcione) da ricevere l’applauso di tutti i commensali. 

Nei secoli, l’usanza di aprire il pasto serale con cibi così sostanziosi da diventare la cena stessa si è diffusa in tutta Italia. Soprattutto in Piemonte. Anzitutto, perché qui è nato, nel 1786 a Torino, il vino cult di tanti aperitivi: il Vermut, creato dal distillatore Antonio Benedetto Carpano. Ma anche perché, in questa regione italiana, esiste da sempre la “merenda serale”, un rito tipicamente contadino, consumato tra il tardo pomeriggio e l’ora di cena, dopo il duro lavoro nei campi. Si svolgeva all’aria aperta, di solito nelle aie delle cascine, e consisteva in una serie di piatti freddi: acciughe al verde, tomini “elettrici”, trote in carpione, insaccati, insalate di ortaggi vari, sottoli e sottaceti. Il tutto innaffiato da buon vino rosso e fette di pane casereccio.

Ma il vero e proprio concetto, così come lo intendiamo oggi, di apericena è nato nella Milano degli anni Zero, come un frizzante escamotage per spostare l’appuntamento della cena verso la tentazione dell’aperitivo. E questa idea così funzionale e al tempo stesso originale si diffonde anche all’estero: l’apericena sta infatti iniziando a vivacizzare il tardo pomeriggio di molte metropoli straniere. Negli Stati Uniti sta diventando sempre più “cool” trovarsi per un aperitivo che poi si tramuta in cena. È questa insomma un’idea vincente, che si sta sviluppando anche fuori dal nostro Paese, a dimostrazione che l’Italia continua a essere un ispirato trend setter, non solo nel campo della moda e del design, ma anche e soprattutto in quello del food.

Cosa proporre durante un’apericena? Crostini, sfogliatine, tartine, pizzette, focaccine, crocchette, polpettine, frittatine, involtini, insalate di pasta, stuzzichini di verdure o formaggi, bocconcini di carne o pesce… Poiché gli invitati stanno quasi sempre in piedi per poter conversare e servirsi liberamente, le porzioni devono essere piccole – uno, due bocconi al massimo –, tali da poter essere prese con le mani o, comunque, gustate senza l’ausilio di un coltello, ma soltanto con forchettine, cucchiaini o stecchini.

Per la riuscita di questo “pre-serata”, la parola d’ordine dev’essere una: organizzazione. Ogni dettaglio, dalla disposizione del buffet alla presentazione dei cibi e delle bevande, va curato con largo anticipo e progettato accuratamente; il menu deve essere gustoso, ricco di proposte, piacevole nella forma e vario nella scelta di ingredienti e preparazioni, ogni ricetta va studiata molto bene, abbinandola correttamente alle altre.

Per questo motivo Academia Barilla, centro internazionale dedicato alla diffusione della cultura gastronomica italiana, ha pensato di selezionare cento ricette ideali per questo nuovo e frizzante modo di stare insieme con gli amici che è un’apericena, ed ecco così l'uscita di un testo di eccezionale utilità qual'è "Enjoy Apericena. 100 gustose ricette da abbinare ai tuoi cocktail preferiti".

Alcune appartengono alla tradizione del Bel Paese, come gli arancini di riso, le olive all’ascolana, la focaccia genovese o il carpaccio all’albese. Altre nascono dal felice incontro con i grandi prodotti tipici italiani: prosciutto crudo di Parma, speck, mortadella, mozzarella di bufala, fontina, Caciocavallo, pomodori, carciofi, cipolle di Tropea… Altre ancora, come i bocconcini di tacchino alle spezie con chutney di mango, nascono dall’ispirazione innescata dalla miglior cucina di altri Paesi.
Tutte prelibatezze in linea con lo spirito tricolore. Perché la cultura gastronomica italiana fa proprio perno sul piacere
della condivisione. E un’apericena, senza nulla togliere al gusto dei vari stuzzichini, deve molto a qualcosa che non si mangia: la convivialità.

Un volume, insomma, colmo di sfiziose ricette, consigli e suggerimenti, per stupire i vostri ospiti con un happy-hour all'ultima moda. Inoltre, non meno importante, un'appendice a cura del barman Gianfranco di Niso vi svelerà tutti i segreti per preparare 36 cocktail degni dei bar più trendy. Il tutto accompagnato da splendide immagini a colori. Il vostro apericena, con l'aiuto di questa pubblicazione, sarà impeccabile.

21:12 Passeggiando in frigorifero


Vsto il diffondersi in tutto il mondo del nuovo "progetto" made in Italy dell' apericena, l'Academia Barilla ne promuove l'eleganza e la qualità in un libro di ricette e consigli, "Enjoy Apericena", per ogni happy hour

«Apericena potrebbe essere una di quelle “parolibere” futuriste teorizzate da Filippo Tommaso Marinetti nel 1913. Un termine irruente, che restituisce le sensazioni visive, olfattive, uditive, gustative e tattili di un evento, incollando liricamente l’aperitivo con la cena», dice Gianluigi Zenti, direttore di Academia Barilla, parlando del particolare aperitivo del nuovo millennio.

Il concetto di apericena, così innovativo, ha le sue radici già nella Roma imperiale, dove il rito dell’aperitivo in senso lato – ossia più sul robusto che sul leggero – era immancabile. Era dato da una serie di preparazioni così creative, opulente e stuzzicanti (ne dà una bella descrizione Petronio nel “Satyricon”, quando narra la cena a casa di Trimalcione) da ricevere l’applauso di tutti i commensali. 

Nei secoli, l’usanza di aprire il pasto serale con cibi così sostanziosi da diventare la cena stessa si è diffusa in tutta Italia. Soprattutto in Piemonte. Anzitutto, perché qui è nato, nel 1786 a Torino, il vino cult di tanti aperitivi: il Vermut, creato dal distillatore Antonio Benedetto Carpano. Ma anche perché, in questa regione italiana, esiste da sempre la “merenda serale”, un rito tipicamente contadino, consumato tra il tardo pomeriggio e l’ora di cena, dopo il duro lavoro nei campi. Si svolgeva all’aria aperta, di solito nelle aie delle cascine, e consisteva in una serie di piatti freddi: acciughe al verde, tomini “elettrici”, trote in carpione, insaccati, insalate di ortaggi vari, sottoli e sottaceti. Il tutto innaffiato da buon vino rosso e fette di pane casereccio.

Ma il vero e proprio concetto, così come lo intendiamo oggi, di apericena è nato nella Milano degli anni Zero, come un frizzante escamotage per spostare l’appuntamento della cena verso la tentazione dell’aperitivo. E questa idea così funzionale e al tempo stesso originale si diffonde anche all’estero: l’apericena sta infatti iniziando a vivacizzare il tardo pomeriggio di molte metropoli straniere. Negli Stati Uniti sta diventando sempre più “cool” trovarsi per un aperitivo che poi si tramuta in cena. È questa insomma un’idea vincente, che si sta sviluppando anche fuori dal nostro Paese, a dimostrazione che l’Italia continua a essere un ispirato trend setter, non solo nel campo della moda e del design, ma anche e soprattutto in quello del food.

Cosa proporre durante un’apericena? Crostini, sfogliatine, tartine, pizzette, focaccine, crocchette, polpettine, frittatine, involtini, insalate di pasta, stuzzichini di verdure o formaggi, bocconcini di carne o pesce… Poiché gli invitati stanno quasi sempre in piedi per poter conversare e servirsi liberamente, le porzioni devono essere piccole – uno, due bocconi al massimo –, tali da poter essere prese con le mani o, comunque, gustate senza l’ausilio di un coltello, ma soltanto con forchettine, cucchiaini o stecchini.

Per la riuscita di questo “pre-serata”, la parola d’ordine dev’essere una: organizzazione. Ogni dettaglio, dalla disposizione del buffet alla presentazione dei cibi e delle bevande, va curato con largo anticipo e progettato accuratamente; il menu deve essere gustoso, ricco di proposte, piacevole nella forma e vario nella scelta di ingredienti e preparazioni, ogni ricetta va studiata molto bene, abbinandola correttamente alle altre.

Per questo motivo Academia Barilla, centro internazionale dedicato alla diffusione della cultura gastronomica italiana, ha pensato di selezionare cento ricette ideali per questo nuovo e frizzante modo di stare insieme con gli amici che è un’apericena, ed ecco così l'uscita di un testo di eccezionale utilità qual'è "Enjoy Apericena. 100 gustose ricette da abbinare ai tuoi cocktail preferiti".

Alcune appartengono alla tradizione del Bel Paese, come gli arancini di riso, le olive all’ascolana, la focaccia genovese o il carpaccio all’albese. Altre nascono dal felice incontro con i grandi prodotti tipici italiani: prosciutto crudo di Parma, speck, mortadella, mozzarella di bufala, fontina, Caciocavallo, pomodori, carciofi, cipolle di Tropea… Altre ancora, come i bocconcini di tacchino alle spezie con chutney di mango, nascono dall’ispirazione innescata dalla miglior cucina di altri Paesi.
Tutte prelibatezze in linea con lo spirito tricolore. Perché la cultura gastronomica italiana fa proprio perno sul piacere
della condivisione. E un’apericena, senza nulla togliere al gusto dei vari stuzzichini, deve molto a qualcosa che non si mangia: la convivialità.

Un volume, insomma, colmo di sfiziose ricette, consigli e suggerimenti, per stupire i vostri ospiti con un happy-hour all'ultima moda. Inoltre, non meno importante, un'appendice a cura del barman Gianfranco di Niso vi svelerà tutti i segreti per preparare 36 cocktail degni dei bar più trendy. Il tutto accompagnato da splendide immagini a colori. Il vostro apericena, con l'aiuto di questa pubblicazione, sarà impeccabile.

sabato 29 novembre 2014



Sono anni che mi chiedono questa ricetta, ed è arrivato il momenti della pubblicazione.
E' una ricetta nata dal ricordo del profumo di quando li faceva mia nonna.
La nonna purtroppo non c'è più , e la ricetta non me l'ha lasciata, ma io testona, ho cercato di mettere insieme i miei ricordi e sono riuscita , manca ancora qualcosa, ma prima o poi sarà perfetta.
In ogni caso questi biscotti , fatti unicamente per Natale, sono un tripudio di sapori, di aromi e un gusto  indescrivibile.
Qualche tempo fa ne ho regalato un vassoietto li hanno assaggiati, mi hanno guardato ed esclamato
"Creano dipendenza ....uno non ti basta"
....bella soddisfazione!!!!...


Ingredienti

500 grammi di mandorle, io uso quelle pugliesi
2 uova
350 grammi di zucchero semolato
200 grammi di farina
1 bicchiere da vino di olio evo
cannella
 chiodi di garofano in polvere 
250 grammi di cioccolato fondente 
2 cucchiaini di cacao amaro
4 tazzine di caffè non zuccherate
1 albume
30 grammi di zucchero finissimo


Fate tostare le mandorle con la buccia e poi tritatele grossolanamente, in una capiente ciotola, versate tutti gli ingredienti, senza una precisa sequenza, impastate tutto aiutandovi con le tazzine da caffè . Una raccomandazione, il caffè aggiungetelo mano a mano che serve, l'impasto deve risultare consistenze , e questo dipende dalla farina che si utilizza.
Foderate la leccarda con della carta forno , versate l'impasto e livellatelo bene, quindi infornate a 170 gradi a forno statico per 15 minuti
Quando è ancora caldo, tagliatelo , io uso una rotella tagliapizza, e stendete con un pennello una glassa che avete in precedenza preparato con un albume e 30 grammi di zucchero finissimo
Rimettetelo nel forno ancora caldo, fino a quando non si sarà asciugato.
Una volta freddi, staccateli l'un l'altro, e conservateli in una scatola di latta.
...vedrete che successo....





23:14 Passeggiando in frigorifero


Sono anni che mi chiedono questa ricetta, ed è arrivato il momenti della pubblicazione.
E' una ricetta nata dal ricordo del profumo di quando li faceva mia nonna.
La nonna purtroppo non c'è più , e la ricetta non me l'ha lasciata, ma io testona, ho cercato di mettere insieme i miei ricordi e sono riuscita , manca ancora qualcosa, ma prima o poi sarà perfetta.
In ogni caso questi biscotti , fatti unicamente per Natale, sono un tripudio di sapori, di aromi e un gusto  indescrivibile.
Qualche tempo fa ne ho regalato un vassoietto li hanno assaggiati, mi hanno guardato ed esclamato
"Creano dipendenza ....uno non ti basta"
....bella soddisfazione!!!!...


Ingredienti

500 grammi di mandorle, io uso quelle pugliesi
2 uova
350 grammi di zucchero semolato
200 grammi di farina
1 bicchiere da vino di olio evo
cannella
 chiodi di garofano in polvere 
250 grammi di cioccolato fondente 
2 cucchiaini di cacao amaro
4 tazzine di caffè non zuccherate
1 albume
30 grammi di zucchero finissimo


Fate tostare le mandorle con la buccia e poi tritatele grossolanamente, in una capiente ciotola, versate tutti gli ingredienti, senza una precisa sequenza, impastate tutto aiutandovi con le tazzine da caffè . Una raccomandazione, il caffè aggiungetelo mano a mano che serve, l'impasto deve risultare consistenze , e questo dipende dalla farina che si utilizza.
Foderate la leccarda con della carta forno , versate l'impasto e livellatelo bene, quindi infornate a 170 gradi a forno statico per 15 minuti
Quando è ancora caldo, tagliatelo , io uso una rotella tagliapizza, e stendete con un pennello una glassa che avete in precedenza preparato con un albume e 30 grammi di zucchero finissimo
Rimettetelo nel forno ancora caldo, fino a quando non si sarà asciugato.
Una volta freddi, staccateli l'un l'altro, e conservateli in una scatola di latta.
...vedrete che successo....





martedì 25 novembre 2014



Il periodo più festoso dell'anno si avvicina, io l'ultimo week end di novembre "aprirò la mia pasticceria pasticciona casalinga".....e comincerò da questi..... 


Preparazione dei biscotti di Natale

1) Frulla nel mixer 200 g di farina con 40 g di zucchero a velo, un cucchiaino di spezie miste (cannella, noce moscata, chiodi di garofano) e 100 g di burro fino a ottenere un composto a briciole. Aggiungi un uovo, aziona ancora fino a ottenere una palla di pasta compatta e fatela riposare per 30 minuti nella pellicola per alimenti. 

2) Stendila in una sfoglia dello spessore di 4-5 mm, poi incidi tanti biscotti a forma di stella e di fiocco di neve e infornali per 15-20 minuti.

3) Intanto lavora con un cucchiaio di legno per 5 minuti 250 g di zucchero a velo con un albume, unite un cucchiaino di succo di limone e mescolate finché aderisce al cucchiaio. Spennella i biscotti freddi con la glassa preparata e fai asciugare. Spolverizza i biscotti con dello zucchero a velo.

20:31 Passeggiando in frigorifero



Il periodo più festoso dell'anno si avvicina, io l'ultimo week end di novembre "aprirò la mia pasticceria pasticciona casalinga".....e comincerò da questi..... 


Preparazione dei biscotti di Natale

1) Frulla nel mixer 200 g di farina con 40 g di zucchero a velo, un cucchiaino di spezie miste (cannella, noce moscata, chiodi di garofano) e 100 g di burro fino a ottenere un composto a briciole. Aggiungi un uovo, aziona ancora fino a ottenere una palla di pasta compatta e fatela riposare per 30 minuti nella pellicola per alimenti. 

2) Stendila in una sfoglia dello spessore di 4-5 mm, poi incidi tanti biscotti a forma di stella e di fiocco di neve e infornali per 15-20 minuti.

3) Intanto lavora con un cucchiaio di legno per 5 minuti 250 g di zucchero a velo con un albume, unite un cucchiaino di succo di limone e mescolate finché aderisce al cucchiaio. Spennella i biscotti freddi con la glassa preparata e fai asciugare. Spolverizza i biscotti con dello zucchero a velo.

lunedì 24 novembre 2014



  • 500 g di mandorle dolci
  • 40 g di mandorle amare
  • 500 g di zucchero
  • La scorza di 1 limone
  • 5 bianchi d’uovo
  • zucchero per la copertura

PREPARAZIONE
Portate l’acqua ad ebollizione e immergete le mandorle amare e dolci, scolatele e spellatele. Sistematele su una placca da forno per farle asciugare a 150°. Le mandorle devono asciugarsi senza prendere colore. Quando sono fredde tritatele (pestandole su un mortaio o passandole nel mixer). Una volta tritate aggiungetele allo zucchero e alla scorza del limone grattugiata. Amalgamate bene e fate riposare il composto. Incorporate ora gli albumi lavorati a neve fino ad ottenere un impasto morbido e compatto. Preparate ora le palline inumidendo le mani in una ciotola d’acqua, appoggiatele su un verso sullo zucchero, sistematele in una teglia coperta con carta da forno con in verso non zuccerato in basso e schiacciatele leggermente per ottenere la caratteristica forma. Ricordate di distanziarle in maniera adeguata perchè durante la cottura l’impasto tende a prendere volume. Lasciate riposare circa 20 minuti ( nel frattempo accendete il forno a 180°) e poi iniziate ad infornare abbassando la temperatura del forno a 160° per circa 15-20 minuti. Controllate i vostri amaretti e ricordate che non devono diventare più scuri di un caldo color miele-dorato.

09:48 Passeggiando in frigorifero


  • 500 g di mandorle dolci
  • 40 g di mandorle amare
  • 500 g di zucchero
  • La scorza di 1 limone
  • 5 bianchi d’uovo
  • zucchero per la copertura

PREPARAZIONE
Portate l’acqua ad ebollizione e immergete le mandorle amare e dolci, scolatele e spellatele. Sistematele su una placca da forno per farle asciugare a 150°. Le mandorle devono asciugarsi senza prendere colore. Quando sono fredde tritatele (pestandole su un mortaio o passandole nel mixer). Una volta tritate aggiungetele allo zucchero e alla scorza del limone grattugiata. Amalgamate bene e fate riposare il composto. Incorporate ora gli albumi lavorati a neve fino ad ottenere un impasto morbido e compatto. Preparate ora le palline inumidendo le mani in una ciotola d’acqua, appoggiatele su un verso sullo zucchero, sistematele in una teglia coperta con carta da forno con in verso non zuccerato in basso e schiacciatele leggermente per ottenere la caratteristica forma. Ricordate di distanziarle in maniera adeguata perchè durante la cottura l’impasto tende a prendere volume. Lasciate riposare circa 20 minuti ( nel frattempo accendete il forno a 180°) e poi iniziate ad infornare abbassando la temperatura del forno a 160° per circa 15-20 minuti. Controllate i vostri amaretti e ricordate che non devono diventare più scuri di un caldo color miele-dorato.

sabato 22 novembre 2014

Il periodo Natalizio, da sempre,è quello che preferisco,  è creativo ...per gli addobbi ...per la cucina....e perché è una delle poche ricorrenze che vede la famiglia intorno ad un tavolo, insomma è la festa più bella dell'anno.

Passeggiando su e giù per il web alla ricerca di idee da rielaborare, suggerimenti per ricette nuove, barbatrucchi,....mi sono imbattuta nelle "casette di pan di zenzero", ma come...mi domando...sono ancora di moda?....ricordo di averne fatte tanti anni fa,quando internet non era alla portata di tutti, e spopolava la carta stampata..... e garantisco che mia figlia ancora le ricorda.

Quindi ho riaperto l'enciclopedia della cucina ed rispolverato quella ricetta.



400 gr. di farina
4 cucchiaini abbondanti di spezie miste in polvere (zenzero, cannella, chiodo di garofano, noce moscata, pepe) 
1 cucchiano raso di bicarbonato
un pizzico di sale
100 gr. di zucchero di canna
120 gr. di burro
160 gr. di miele
1 uovo intero

Sciogliere a fuoco basso, il miele, il burro e lo zucchero e Lasciar raffreddare. 
Intanto mescolare tutti gli ingredienti in polvere: la farina, il sale, il bicarbonato e le spezie.

Fare una fontana e versarvi la miscela di miele e l'uovo.
Impastare bene finché è elastico e uniforme.

Aggiungo che per avere un ottimo risultato se avete un'impastatrice a gancio potete benissimo usarla, a velocità ridotta. L'impasto deve avere una consistenza tale da poter tagliare i biscotti con le formine.

L'ideale sarebbe lasciar riposare questa pasta per almeno un'oretta.

I biscotti ritagliati si cuociono su una placca da forno leggermente imburrata, a 180° (benissimo il forno ventilato), per circa 10 minuti.



Barbatrucchi
[imparate dai nosti errori]

Il biscotto è ancora morbido appena uscito dal forno, si indurisce raffreddandosi. Se volete fare una casetta avrete bisogno di pezzi molto regolari, è una buona idea rifilarli con il coltello mentre sono caldi, per eliminare le deformazioni che possono avvenire durante la cottura. I biscotti si deformano meno se avete lasciato riposare la pasta prima di prepararli..

I biscotti di zenzero si decorano benissimo con la ghiaccia utilizzando questi ingredienti:

1albume  350 gr. di zucchero a velo e un cucchiaio di succo di limone

Per fare la casetta di zenzero dovete cuocere due pezzi di ciascuna delle forme seguenti, ho trovato questo schema , e mi sembra molto dettagliato

Per montare la casetta di zenzero è meglio lavorare per gradi. Prima incollate le quattro pareti laterali alla base (va bene un pezzo di cartone o un disco per torta) e tra loro con la ghiaccia. Lasciate asciugare bene prima di montare il tetto. Due tazzine da caffè rovesciate vi possono aiutare a reggere il tetto mentre lo incollate, altrimenti il peso rischia di farlo scivolare giù. Una volta che la ghiaccia si è asciugata del tutto togliete le tazzine e vedrete che reggerà benissimo. A questo punto potete cominciare con la decorazione vera e propria.





21:42 Passeggiando in frigorifero

Il periodo Natalizio, da sempre,è quello che preferisco,  è creativo ...per gli addobbi ...per la cucina....e perché è una delle poche ricorrenze che vede la famiglia intorno ad un tavolo, insomma è la festa più bella dell'anno.

Passeggiando su e giù per il web alla ricerca di idee da rielaborare, suggerimenti per ricette nuove, barbatrucchi,....mi sono imbattuta nelle "casette di pan di zenzero", ma come...mi domando...sono ancora di moda?....ricordo di averne fatte tanti anni fa,quando internet non era alla portata di tutti, e spopolava la carta stampata..... e garantisco che mia figlia ancora le ricorda.

Quindi ho riaperto l'enciclopedia della cucina ed rispolverato quella ricetta.



400 gr. di farina
4 cucchiaini abbondanti di spezie miste in polvere (zenzero, cannella, chiodo di garofano, noce moscata, pepe) 
1 cucchiano raso di bicarbonato
un pizzico di sale
100 gr. di zucchero di canna
120 gr. di burro
160 gr. di miele
1 uovo intero

Sciogliere a fuoco basso, il miele, il burro e lo zucchero e Lasciar raffreddare. 
Intanto mescolare tutti gli ingredienti in polvere: la farina, il sale, il bicarbonato e le spezie.

Fare una fontana e versarvi la miscela di miele e l'uovo.
Impastare bene finché è elastico e uniforme.

Aggiungo che per avere un ottimo risultato se avete un'impastatrice a gancio potete benissimo usarla, a velocità ridotta. L'impasto deve avere una consistenza tale da poter tagliare i biscotti con le formine.

L'ideale sarebbe lasciar riposare questa pasta per almeno un'oretta.

I biscotti ritagliati si cuociono su una placca da forno leggermente imburrata, a 180° (benissimo il forno ventilato), per circa 10 minuti.



Barbatrucchi
[imparate dai nosti errori]

Il biscotto è ancora morbido appena uscito dal forno, si indurisce raffreddandosi. Se volete fare una casetta avrete bisogno di pezzi molto regolari, è una buona idea rifilarli con il coltello mentre sono caldi, per eliminare le deformazioni che possono avvenire durante la cottura. I biscotti si deformano meno se avete lasciato riposare la pasta prima di prepararli..

I biscotti di zenzero si decorano benissimo con la ghiaccia utilizzando questi ingredienti:

1albume  350 gr. di zucchero a velo e un cucchiaio di succo di limone

Per fare la casetta di zenzero dovete cuocere due pezzi di ciascuna delle forme seguenti, ho trovato questo schema , e mi sembra molto dettagliato

Per montare la casetta di zenzero è meglio lavorare per gradi. Prima incollate le quattro pareti laterali alla base (va bene un pezzo di cartone o un disco per torta) e tra loro con la ghiaccia. Lasciate asciugare bene prima di montare il tetto. Due tazzine da caffè rovesciate vi possono aiutare a reggere il tetto mentre lo incollate, altrimenti il peso rischia di farlo scivolare giù. Una volta che la ghiaccia si è asciugata del tutto togliete le tazzine e vedrete che reggerà benissimo. A questo punto potete cominciare con la decorazione vera e propria.





domenica 16 novembre 2014

Il radicchio, quella bella insalata di un colore rosso inteso tendente al bordo' , che nella stagione autunnale ed invernale ci regala quelle belle e gustose foglie che si prestano a mille preparazioni.
Sicuramente quella più gettonata e' il matrimonio con il riso.
Su questo filone ho fatto una variante, penso appetitosa e di sicuro effetto visivo una volta adagiato sul piatto , ecco cosa ti ho elaborato....

Ingredienti

5 pugni di riso carnaroli
Mezzo litro di brodo 
10 foglie grosse di radicchio
50 gr. Di prosciutto cotto
50 gr. Di formaggio a fette tipo edam
1 cipolla dorata piccola
2cucchiai di olio evo
Uno spruzzo di vino rosso


Come prima cosa ho preparato il brodo, in questo cado ho utilizzato "cuore di brodo" con mezzo litro di acqua
Ho fatto scottare in acqua le foglie di radicchio per qualche minuto, e passate poi sotto l'acqua fredda, affinché potessero mantenere un po' di colore.
 ho fatto appassire in una pirofila la cipolla con un paio di cucchiai di olio evo, ho aggiunto il prosciutto e fatto insaporire, ho versato il riso e fatto sfumare con un goccio di vino rosso , e qualche foglia tagliuzzata di radicchio,quindi ho portato a cottura per circa 15 minuti, normalmente il carnaroli ne richiede 18.
Ho rivestito delle formine con le foglie del radicchio e riempito con il risotto, ho inserito il formaggio e ripiegato il bordo di foglia, passato nel forno perl qualche minuto affinché si sciogliesse bene il formaggio e......buon appetito.









08:18 Passeggiando in frigorifero
Il radicchio, quella bella insalata di un colore rosso inteso tendente al bordo' , che nella stagione autunnale ed invernale ci regala quelle belle e gustose foglie che si prestano a mille preparazioni.
Sicuramente quella più gettonata e' il matrimonio con il riso.
Su questo filone ho fatto una variante, penso appetitosa e di sicuro effetto visivo una volta adagiato sul piatto , ecco cosa ti ho elaborato....

Ingredienti

5 pugni di riso carnaroli
Mezzo litro di brodo 
10 foglie grosse di radicchio
50 gr. Di prosciutto cotto
50 gr. Di formaggio a fette tipo edam
1 cipolla dorata piccola
2cucchiai di olio evo
Uno spruzzo di vino rosso


Come prima cosa ho preparato il brodo, in questo cado ho utilizzato "cuore di brodo" con mezzo litro di acqua
Ho fatto scottare in acqua le foglie di radicchio per qualche minuto, e passate poi sotto l'acqua fredda, affinché potessero mantenere un po' di colore.
 ho fatto appassire in una pirofila la cipolla con un paio di cucchiai di olio evo, ho aggiunto il prosciutto e fatto insaporire, ho versato il riso e fatto sfumare con un goccio di vino rosso , e qualche foglia tagliuzzata di radicchio,quindi ho portato a cottura per circa 15 minuti, normalmente il carnaroli ne richiede 18.
Ho rivestito delle formine con le foglie del radicchio e riempito con il risotto, ho inserito il formaggio e ripiegato il bordo di foglia, passato nel forno perl qualche minuto affinché si sciogliesse bene il formaggio e......buon appetito.









sabato 15 novembre 2014

Questa torta nasce per necessità .
Quando ti confermano le intolleranze alimentari, che ormai ne è pieno il mondo, ti adegui, ragioni, non vuoi rinunciare allora la nostra materia grigia si mette in moto.....
Sfogliando il mio quaderno di ricette, che mia figlia chiama il quaderno delle streghe, sono incappata nella più classica delle torte, quella di mele, e così l'ho rielaborata eliminando uova...latte....lievito...

Ingredienti

250 grammi di farina 00
120 grammi di margarina vegetale di ottima qualità 
250 grammi di zucchero di canna
100 grammi di maizena
1 cucchiaino da caffè di bicarbonato 
200 ml di acqua
200 grammi di marmellata , io ho usato quella di castagne, ma può essere sostituita a piacere

Ho inserito gli ingredienti secchi nella planetaria ed ho fatto amalgamare tutto molto bene, quindi ho fatto liquefare la margarina, e l'ho aggiunta sempre facendo mescolare, e per ultimo l'acqua.
E' diventata una pasta molto liscia ed elastica, quindi ne ho versato circa metà in una tortiera precedentemente imburrata ed infarinata, l'ho stesa in modo uniforme con una spatola ed ho versato circa 200 grammi di marmellata di castagne.
Ho ricoperto con l'altra pasta, livellata bene ed infornato a forno ventilato per 45 ' a 160 gradi.
Questo il risultato, gustosa e friabile....suggerimento?...meglio il giorno dopo perché tutto si amalgama ed il sapore ,nonostante i pochi elementi, e ' piacevolissimo.



23:55 Passeggiando in frigorifero
Questa torta nasce per necessità .
Quando ti confermano le intolleranze alimentari, che ormai ne è pieno il mondo, ti adegui, ragioni, non vuoi rinunciare allora la nostra materia grigia si mette in moto.....
Sfogliando il mio quaderno di ricette, che mia figlia chiama il quaderno delle streghe, sono incappata nella più classica delle torte, quella di mele, e così l'ho rielaborata eliminando uova...latte....lievito...

Ingredienti

250 grammi di farina 00
120 grammi di margarina vegetale di ottima qualità 
250 grammi di zucchero di canna
100 grammi di maizena
1 cucchiaino da caffè di bicarbonato 
200 ml di acqua
200 grammi di marmellata , io ho usato quella di castagne, ma può essere sostituita a piacere

Ho inserito gli ingredienti secchi nella planetaria ed ho fatto amalgamare tutto molto bene, quindi ho fatto liquefare la margarina, e l'ho aggiunta sempre facendo mescolare, e per ultimo l'acqua.
E' diventata una pasta molto liscia ed elastica, quindi ne ho versato circa metà in una tortiera precedentemente imburrata ed infarinata, l'ho stesa in modo uniforme con una spatola ed ho versato circa 200 grammi di marmellata di castagne.
Ho ricoperto con l'altra pasta, livellata bene ed infornato a forno ventilato per 45 ' a 160 gradi.
Questo il risultato, gustosa e friabile....suggerimento?...meglio il giorno dopo perché tutto si amalgama ed il sapore ,nonostante i pochi elementi, e ' piacevolissimo.



giovedì 13 novembre 2014

Dalla vecchia enciclopedia della cucina CURCIO, ho recuperato questa ricetta, che devo dire buonissima e di sicuro effetto

INGREDIENTI PER LA PASTA DI MANDORLE
250 G DI FARINA DI MANDORLE
200 G DI ZUCCHERO
25 G DI MIELE DI ARANCIO
4 ALBUMI CIRCA

1.Mescolare la farina di mandorle e lo zucchero.
2.aggiungere il miele d'arancio...
3.Incorporare gli albumi

INGREDIENTI PER LA BAGNA 


Maraschino
50 G DI ACQUA
50 G DI ZUCCHERO 
UNA STECCA DI CANNELLA
UN'ARANCIA

4.grattuggiare la scorza dell'arancia
5.Portare a bollore acqua e zucchero insieme a cannella, la scorza di arancia e chiodi di garofano
6.coprire con pellicola alimentare e lasciare raffreddare
7.eliminare le parti solide 
8.unire il nero d'Avola

INGREDIENTI PER COMPLETARE LA TORTA
500 G DI CONFETTURA DI ALBICOCCA SENZA PEZZI
200 G DI MANDORLE 
100 G DI ACQUA
200 G DI ZUCCHERO

Ingredienti Pan di spagna
3 uova intere
75 g di Zucchero 
60 g di Farina 00
20 g di Fecola
Mezza scorza di arancia grattugiata

-montare in planetaria con la frusta le uova e lo zucchero e la scorza di arancia
-separatamente mescolare e setacciare la farina con la fecola
-a schiuma stabile, incorporare delicatamente le farine 
-versare in una tortiera di diametro 18 cm
-cuocere a 200 °C per 20 min. circa

9.Assemblaggio.Tagliare orizzontalmente il disco di pan di Spagna. 
10.Usando un pennellino, inzuppare con la bagna il primo disco
11.farcire con la confettura di albicocche
12.posizionare il secondo disco di pan di Spagna
13.inzuppare anche questo secondo disco con la bagna
14.Con l’utilizzo di una spatola, spalmare uno strato sottile di confettura sulla torta coprendone anche i bordi
15.Con l’utilizzo di una sacche a poche munita di una bocchetta “Delizia”creare con la pasta di mandorle su tutta la superficie della torta il tipico decoro della torta Delizia
16.Completare la decorazione con delle mandorle intere
17.Far riposare la torta una notte, a temperatura ambiente
18.Cuocere a 180°C per circa 15'. Intanto preparare lo sciroppo
19.Portare a bollore acqua e zucchero
20.lasciare raffreddare
21.Una volta che la torta è fredda, spennellare sulla superficie lo sciroppo


21:30 Passeggiando in frigorifero

Dalla vecchia enciclopedia della cucina CURCIO, ho recuperato questa ricetta, che devo dire buonissima e di sicuro effetto

INGREDIENTI PER LA PASTA DI MANDORLE
250 G DI FARINA DI MANDORLE
200 G DI ZUCCHERO
25 G DI MIELE DI ARANCIO
4 ALBUMI CIRCA

1.Mescolare la farina di mandorle e lo zucchero.
2.aggiungere il miele d'arancio...
3.Incorporare gli albumi

INGREDIENTI PER LA BAGNA 


Maraschino
50 G DI ACQUA
50 G DI ZUCCHERO 
UNA STECCA DI CANNELLA
UN'ARANCIA

4.grattuggiare la scorza dell'arancia
5.Portare a bollore acqua e zucchero insieme a cannella, la scorza di arancia e chiodi di garofano
6.coprire con pellicola alimentare e lasciare raffreddare
7.eliminare le parti solide 
8.unire il nero d'Avola

INGREDIENTI PER COMPLETARE LA TORTA
500 G DI CONFETTURA DI ALBICOCCA SENZA PEZZI
200 G DI MANDORLE 
100 G DI ACQUA
200 G DI ZUCCHERO

Ingredienti Pan di spagna
3 uova intere
75 g di Zucchero 
60 g di Farina 00
20 g di Fecola
Mezza scorza di arancia grattugiata

-montare in planetaria con la frusta le uova e lo zucchero e la scorza di arancia
-separatamente mescolare e setacciare la farina con la fecola
-a schiuma stabile, incorporare delicatamente le farine 
-versare in una tortiera di diametro 18 cm
-cuocere a 200 °C per 20 min. circa

9.Assemblaggio.Tagliare orizzontalmente il disco di pan di Spagna. 
10.Usando un pennellino, inzuppare con la bagna il primo disco
11.farcire con la confettura di albicocche
12.posizionare il secondo disco di pan di Spagna
13.inzuppare anche questo secondo disco con la bagna
14.Con l’utilizzo di una spatola, spalmare uno strato sottile di confettura sulla torta coprendone anche i bordi
15.Con l’utilizzo di una sacche a poche munita di una bocchetta “Delizia”creare con la pasta di mandorle su tutta la superficie della torta il tipico decoro della torta Delizia
16.Completare la decorazione con delle mandorle intere
17.Far riposare la torta una notte, a temperatura ambiente
18.Cuocere a 180°C per circa 15'. Intanto preparare lo sciroppo
19.Portare a bollore acqua e zucchero
20.lasciare raffreddare
21.Una volta che la torta è fredda, spennellare sulla superficie lo sciroppo


domenica 9 novembre 2014

Passeggiando qua e là, mi sono imbattuta in questa ricetta, sicuramente da provare..... 




Dosi ed Ingredienti
50 gr fiocchi d'avena 
40 gr uvetta bio
30 gr riso soffiato
20 gr di fiocchi di grano saraceno
70 gr zucchero di canna grezzo
125 gr di burro fuso
40 gr di mandorle a lamelle
qualche mandorla intera
125 gr di farina per biscotti e crostate
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 uovo






Disponete i cereali, l'uvetta, lo zucchero, le mandorle in un'ampia ciotola. Unite la farina setacciata con il lievito e mescolate. Unite il burro fuso (a temperatura ambiente)e l'uovo leggermente sbattuto. Amalgamate il tutto. otterrete un composto friabile. Create delle palline, disponetele distanziate tra loro su carta forno, schiacciatele leggermente con le mani. Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 20 minuti.
00:10 Passeggiando in frigorifero
Passeggiando qua e là, mi sono imbattuta in questa ricetta, sicuramente da provare..... 




Dosi ed Ingredienti
50 gr fiocchi d'avena 
40 gr uvetta bio
30 gr riso soffiato
20 gr di fiocchi di grano saraceno
70 gr zucchero di canna grezzo
125 gr di burro fuso
40 gr di mandorle a lamelle
qualche mandorla intera
125 gr di farina per biscotti e crostate
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 uovo






Disponete i cereali, l'uvetta, lo zucchero, le mandorle in un'ampia ciotola. Unite la farina setacciata con il lievito e mescolate. Unite il burro fuso (a temperatura ambiente)e l'uovo leggermente sbattuto. Amalgamate il tutto. otterrete un composto friabile. Create delle palline, disponetele distanziate tra loro su carta forno, schiacciatele leggermente con le mani. Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 20 minuti.

venerdì 7 novembre 2014

Prepariamo la polenta unendo la farina di mais all’acqua in ebollizione leggermente salata, mescoliamo vigorosamente per qualche minuto in modo da far cuocere la polenta e poi aiutandoci con una spatola ne distribuiamo piccole quantità su un foglio di carta da forno in modo da formare delle sfoglie. Condiamo con un filo d’olio, un pizzico di sale e pepe e inforniamo a 180°C per un decina di minuti, poi se necessario lasciamo le sfoglie sotto il grill ancora per un paio di minuti, fino a doratura.

Sbucciamo i ceci, uniamo il rosmarino tritato finemente e frulliamo al mixer con la ricotta, un filo d’olio, sale e pepe. Aggiungiamo qualche cucchiaio di latte fino a ottenere una crema. 


Tagliamo a striscioline le falde di pomodoro secco ben scolate dall’olio. Alterniamo le sfoglie di polenta croccante con la crema di ceci al rosmarino e qualche pezzetto di pomodoro secco. Proseguiamo formando tre strati e serviamo con un filo d’olio a crudo.





22:52 Passeggiando in frigorifero
Prepariamo la polenta unendo la farina di mais all’acqua in ebollizione leggermente salata, mescoliamo vigorosamente per qualche minuto in modo da far cuocere la polenta e poi aiutandoci con una spatola ne distribuiamo piccole quantità su un foglio di carta da forno in modo da formare delle sfoglie. Condiamo con un filo d’olio, un pizzico di sale e pepe e inforniamo a 180°C per un decina di minuti, poi se necessario lasciamo le sfoglie sotto il grill ancora per un paio di minuti, fino a doratura.

Sbucciamo i ceci, uniamo il rosmarino tritato finemente e frulliamo al mixer con la ricotta, un filo d’olio, sale e pepe. Aggiungiamo qualche cucchiaio di latte fino a ottenere una crema. 


Tagliamo a striscioline le falde di pomodoro secco ben scolate dall’olio. Alterniamo le sfoglie di polenta croccante con la crema di ceci al rosmarino e qualche pezzetto di pomodoro secco. Proseguiamo formando tre strati e serviamo con un filo d’olio a crudo.





domenica 2 novembre 2014

A volte capita davvero di non avere molto tempo per la spesa e ritrovarsi ad aprire il frigorifero e magari sentirne l'eco della propria voce...."c'è nessuno?"....
Io dico sempre che un minimo di scorta per ogni evenienza dobbiamo averla, ad esempio per quanto possa sembrare strano, io non mi faccio mai mancare un rotolo di pasta sfoglia .
Oggi......., frigo semivuoto,.......ma pasta sfoglia in soccorso....
L'ho stesa, tagliata in 6 quadrati e riempiti con una fetta di formaggio "edam" una manciata a di olive taggiasche tritate grossolanamente, un carciofino sott'olio ed un pezzettino di gorgonzola.
Chiuso a tasca, bordi ben pressati ed infornati per 20 minuti con forno ventilato.
Che ne dite?




03:06 Passeggiando in frigorifero
A volte capita davvero di non avere molto tempo per la spesa e ritrovarsi ad aprire il frigorifero e magari sentirne l'eco della propria voce...."c'è nessuno?"....
Io dico sempre che un minimo di scorta per ogni evenienza dobbiamo averla, ad esempio per quanto possa sembrare strano, io non mi faccio mai mancare un rotolo di pasta sfoglia .
Oggi......., frigo semivuoto,.......ma pasta sfoglia in soccorso....
L'ho stesa, tagliata in 6 quadrati e riempiti con una fetta di formaggio "edam" una manciata a di olive taggiasche tritate grossolanamente, un carciofino sott'olio ed un pezzettino di gorgonzola.
Chiuso a tasca, bordi ben pressati ed infornati per 20 minuti con forno ventilato.
Che ne dite?