Seduta a legger di antichi cavalieri e saghe d’altri tempi,
Fritto bussa alla tua porta senza attender risposta.
S’infiltra e ti coinvolge, ti abbraccia e ti bisbiglia di prender la stoviglia e andar a rubacchiar.
Saltella la polpetta, sorride alla vicina, nell’olio tonda e bella, gioca con la bollicina.
Mentre allunghi la forchetta, la cucchiara spunta in fretta, ti colpisce sulla mano a sventar il furto villano.
Irresistibile delizia, che tenta pure i re, in casa coi parenti oppure in amicizia.
Crocca il bel boccone, dorato e profumato,
rivela un cuore morbido che stuzzica il ghiottone.
E quando l’hai mangiato ti fa sentire meglio, in barba a quel dottore e al suo buon consiglio.
Un’altra e un’altra ancora,
finché la zia Maria, da saggia cuciniera, mette a tavola il finocchio e invita a sgranocchiar.
“Sgrassa tutto, pure le pentole!” ti dice consigliera,
ma il Fritto ti richiama, ti coccola e sussurra
“Non sentire la megera, mangia tutta la zuppiera!”.
Stupendo! Adoro il fritto e me ne hai proprio fatto venire la voglia!
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