martedì 30 dicembre 2014
lunedì 29 dicembre 2014
• 30 g di zucchero
• 75 g di burro
• 40 g di cacao amaro in polvere
• 30 g di farina
• 3 uova
• 1 bacca di vaniglia
• 250 g di amarene
• 180 g di zucchero
PER IL DECORO
• 25 cl di panna fresca da montare
• 100 g di cioccolato fondente extrabitter
• 30 g di zucchero
• 75 g di burro
• 40 g di cacao amaro in polvere
• 30 g di farina
• 3 uova
• 1 bacca di vaniglia
• 250 g di amarene
• 180 g di zucchero
PER IL DECORO
• 25 cl di panna fresca da montare
• 100 g di cioccolato fondente extrabitter
sabato 27 dicembre 2014
martedì 23 dicembre 2014
Meringhe, dolci per Natale
Vi vorrei proporre in questi ultimi giorni prima di Natale alcuni dolci che possiamo facilmente preparare e conservare in vista del pranzo di Natale. Le meringhe sono uno dei dolci più semplici e divertenti da preparare e sicuramente potranno piacere ai nostri ospiti.
Come ho scritto nell’ultimo articolo riguardo il pranzo di Natale, i dolci maggiormente diffusi sono il panettone, il pandoro e alcune torte fatte in casa e aggiungere qualche piccolo dolce fatto da noi stessi darà sicuramente risalto al nostro pranzo. Nelle prossime settimane proporrò anche i bignè e cannoli alla crema così da poter offrire un piccolo assaggio di piccola pasticceria.
La preparazione delle meringhe è molto semplice, e per iniziare vi spiegherò la ricetta delle meringhe alla francese. Questo tipo di preparazione consiste nell’utilizzare sia l’albume che lo zucchero a freddo.
Cosa ci serve per preparare le meringhe?
Albumi e zucchero (va bene anche lo zucchero a velo) con un rapporto di 1 a 2. Lo zucchero dev’essere il doppio del peso rispetto all’albume. Facciamo assoluta attenzione a separare al meglio l’albume dal tuorlo, l’esistenza anche di una piccola parte di tuorlo (contenente grasso) potrebbe compromettere il tutto.
Come si preparano le meringhe?
Montiamo in una planetaria gli albumi e quando inizia a comparire la prima schiuma aggiungiamo lentamente lo zucchero, in piccole dosi, e montiamo il tutto fino a che il composto sarà fermo anche rovesciando la ciotola. Possiamo aggiungere anche della cannella o della vaniglia per dare un sapore particolare alle nostre meringhe.
Il composto dev’essere bianco, lucido e fermo e con una spatola lo verseremo in una sac-a-poche così da poter creare le nostre meringhe.
Consiglio di utilizzare una tovaglietta in silicone da porre sulla teglia da forno così da non far bruciare la parte inferiore delle meringhe.
La cottura delle meringhe
La meringa non va cotta, ma asciugata. Come? Semplicemente ponendola in forno a bassissima temperatura, intorno a 70 gradi centigradi e in due, tre ore si solidifica. L’umidità contenuta in essa viene asciugata e la meringa sarà pronta. Un accorgimento che potremmo avere è aprire leggermente il forno ogni 10 minuti per far uscire l’umidità accumulata.
Meringhe, dolci per Natale
Vi vorrei proporre in questi ultimi giorni prima di Natale alcuni dolci che possiamo facilmente preparare e conservare in vista del pranzo di Natale. Le meringhe sono uno dei dolci più semplici e divertenti da preparare e sicuramente potranno piacere ai nostri ospiti.
Come ho scritto nell’ultimo articolo riguardo il pranzo di Natale, i dolci maggiormente diffusi sono il panettone, il pandoro e alcune torte fatte in casa e aggiungere qualche piccolo dolce fatto da noi stessi darà sicuramente risalto al nostro pranzo. Nelle prossime settimane proporrò anche i bignè e cannoli alla crema così da poter offrire un piccolo assaggio di piccola pasticceria.
La preparazione delle meringhe è molto semplice, e per iniziare vi spiegherò la ricetta delle meringhe alla francese. Questo tipo di preparazione consiste nell’utilizzare sia l’albume che lo zucchero a freddo.
Cosa ci serve per preparare le meringhe?
Albumi e zucchero (va bene anche lo zucchero a velo) con un rapporto di 1 a 2. Lo zucchero dev’essere il doppio del peso rispetto all’albume. Facciamo assoluta attenzione a separare al meglio l’albume dal tuorlo, l’esistenza anche di una piccola parte di tuorlo (contenente grasso) potrebbe compromettere il tutto.
Come si preparano le meringhe?
Montiamo in una planetaria gli albumi e quando inizia a comparire la prima schiuma aggiungiamo lentamente lo zucchero, in piccole dosi, e montiamo il tutto fino a che il composto sarà fermo anche rovesciando la ciotola. Possiamo aggiungere anche della cannella o della vaniglia per dare un sapore particolare alle nostre meringhe.
Il composto dev’essere bianco, lucido e fermo e con una spatola lo verseremo in una sac-a-poche così da poter creare le nostre meringhe.
Consiglio di utilizzare una tovaglietta in silicone da porre sulla teglia da forno così da non far bruciare la parte inferiore delle meringhe.
La cottura delle meringhe
La meringa non va cotta, ma asciugata. Come? Semplicemente ponendola in forno a bassissima temperatura, intorno a 70 gradi centigradi e in due, tre ore si solidifica. L’umidità contenuta in essa viene asciugata e la meringa sarà pronta. Un accorgimento che potremmo avere è aprire leggermente il forno ogni 10 minuti per far uscire l’umidità accumulata.
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
1 tacchino pulito (2,5 kg)
200 g di polpa di vitello
200 g di prosciutto cotto a dadini
200 g di lonza di maiale
200 ml di panna fresca
4 fette di pancarré
latte
100 g di sedano, carota, cipolla, salvia e rosmarino
5 mele verdi
paprica
chiodi di garofano
succo di mostarda di Cremona
burro
vino bianco
olio d’oliva e.v.
sale e pepe
Spolpate il tacchino iniziando con un’incisione lungo il dorso. Sollevate un lembo di polpa e, raschiandola via con il coltello, separatela dalla carcassa che va messa a nudo, quindi staccatela dal volatile al quale rimarranno attaccate le cosce e i moncherini delle ali. Passate al mixer la lonza con il vitello, 70 g di prosciutto, 2 cucchiai di succo di mostarda, la panna, il pancarré ammollato nel latte, paprica, sale, pepe e chiodi di garofano pestati. Unite il resto del prosciutto. Farcite il tacchino con il ripieno iniziando dal collo, cucitelo e legatelo con lo spago. Sistematelo nella teglia con gli odori a pezzi, le erbe, sale e pepe; infornate a 200°C per 3 ore, bagnando con il vino e con il sughetto che si formerà. Passate il fondo di cottura al setaccio e distribuitelo sul tacchino. Servitelo con le fette di mela rosolate nel burro.
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
1 tacchino pulito (2,5 kg)
200 g di polpa di vitello
200 g di prosciutto cotto a dadini
200 g di lonza di maiale
200 ml di panna fresca
4 fette di pancarré
latte
100 g di sedano, carota, cipolla, salvia e rosmarino
5 mele verdi
paprica
chiodi di garofano
succo di mostarda di Cremona
burro
vino bianco
olio d’oliva e.v.
sale e pepe
Spolpate il tacchino iniziando con un’incisione lungo il dorso. Sollevate un lembo di polpa e, raschiandola via con il coltello, separatela dalla carcassa che va messa a nudo, quindi staccatela dal volatile al quale rimarranno attaccate le cosce e i moncherini delle ali. Passate al mixer la lonza con il vitello, 70 g di prosciutto, 2 cucchiai di succo di mostarda, la panna, il pancarré ammollato nel latte, paprica, sale, pepe e chiodi di garofano pestati. Unite il resto del prosciutto. Farcite il tacchino con il ripieno iniziando dal collo, cucitelo e legatelo con lo spago. Sistematelo nella teglia con gli odori a pezzi, le erbe, sale e pepe; infornate a 200°C per 3 ore, bagnando con il vino e con il sughetto che si formerà. Passate il fondo di cottura al setaccio e distribuitelo sul tacchino. Servitelo con le fette di mela rosolate nel burro.
lunedì 22 dicembre 2014
Rispetto a un pranzo o una cena di Natale, un buffet e' un modo che permette di invitare senza la costrizione dei numeri. La sua organizzazione e gestione sono, per alcuni versi, molto più semplice ma, per altri, molto più complessa. Ecco perchè è necessario conoscere le regole generali che ci permettono di organizzare un buffet natalizio nel migliore dei modi.
Buffet natalizio: carne e pesce già puliti
Innanzitutto bisogna considerare lo spazio disponibile. La location deve essere scelta con criterio di comodità e sicurezza. I bagni devono essere vicini e ben indicati. Deve essere prevista una stanza, dove gli ospito possano appoggiare i loro accessori. Ogni ospite dovrebbe potersi muovere liberamente e allo stesso tempo avere un posto comodo dove sedersi e/o posare piatto e bicchiere. E’ necessario a tal proposito avere diverse postazioni dove poter sostare e prendere cibo e bevande. Lo stesso cibo dovrebbe appagare l'occhio
e la facilità nel poter mangiare con le mani deve essere indiscutibile: bisogna eliminare per esempio i semi; tagliare e privare delle ossa la carne; pulire il pesce dalle spine o utilizzare quello che ne abbia poche come molluschi, salmone o alici
Cosa ci serve?
- Tavolo centrale o tavolini sparsi con tovaglia a tema per le portate
- Caminetto (se c’è) oppure tante candele
- Piattini piccoli per le pietanze
- Tovaglioli
- Posate e bicchieri
Peraltro, è preferibile che questi accessori siano in eccesso che in difetto. Per Natale, in particolare, l’ideale è allestire tavoli e piani d’appoggio con tovaglie rosse con oggetti stabili come pigne e ramoscelli di pino. , in questo caso,il profumo è assicurato. Non occorre imbandire eccessivamente i tavoli nè con decorazioni nè con la quantità di portate. Meglio mantenere la sobrietà che cadere nel cattivo gusto e nel kitch. I cocktail alcolici e analcolici colorati, serviti su vassoi semplici, riempiono di colore e fantasia l’atmosfera.
Buffet natalizio: ricette e portate
Immancabile, in aria natalizia, deve essere uno spumante o prosecco, da abbinare a sottili fette di pesce, in particolar modo a quelli di spada e salmone e non dimentichiamo il carpaccio di tonno così in auge ultimamente. Come pietanze, è meglio optare per lasagne però già porzionato per facilitare il prelievo dal contenitore, farfalle con radicchio e salmone affumicato o ravioli o tortellini con i funghi porcini o zucca. Come secondi, ottime pietanze sono il vitello tonnato, il lardo di Colonnata con crostini o prosciutto crudo affettato a coltello al momento
Buffet natalizio: musica, vini e scenografie
La scenografia di un buffet natalizio è strettamente legata ai colori e agli addobbi. Sebbene si possa optare, infatti, per pietanze più innovative della classica cena di Natale, per quanto riguarda l’allestimento visivo, la scelta è quasi obbligata ai colori di questo periodo, rosso ,oro, bianco,verde per andare sul sicuro e creare un’atmosfera calda e accogliente, tipica della casa in festa.
Per un buffet di vero successo, infine, la musica non deve mancare dal jazz d'oltreoceano a una raccolta di gospel, la gamma di brani indicati per il Natale è davvero ampia. Ancor più importante è il volume della musica che non deve disturbare l’orecchio nè distrarre il palato dai sapori. Anzi, la conversazione tra gli ospiti dovrebbe potersi quasi “appoggiare” sulle dolci e calde note di questa musica per trovare nel dialogo, quel calore che spesso si perde nei rapporti interpersonali. Lo stesso profumo del cibo,non deve disturbare in nessun modo gli ospiti e la loro degustazione.
è di estrema importanza anche la temperatura della casa non bisogna lasciare spazi freddi nelle sale del buffet. La presenza di un albero di natale finemente decorato al centro della sala può rendere più magica la serata. E’ bello accogliere le persone con un sorriso, prendere loro gli abiti e sistemarli ordinatamente in un armadio per l’occasione. E’ buona usanza servire loro un calice di prosecco freddo e iniziare così il buffet.
Rispetto a un pranzo o una cena di Natale, un buffet e' un modo che permette di invitare senza la costrizione dei numeri. La sua organizzazione e gestione sono, per alcuni versi, molto più semplice ma, per altri, molto più complessa. Ecco perchè è necessario conoscere le regole generali che ci permettono di organizzare un buffet natalizio nel migliore dei modi.
Buffet natalizio: carne e pesce già puliti
Innanzitutto bisogna considerare lo spazio disponibile. La location deve essere scelta con criterio di comodità e sicurezza. I bagni devono essere vicini e ben indicati. Deve essere prevista una stanza, dove gli ospito possano appoggiare i loro accessori. Ogni ospite dovrebbe potersi muovere liberamente e allo stesso tempo avere un posto comodo dove sedersi e/o posare piatto e bicchiere. E’ necessario a tal proposito avere diverse postazioni dove poter sostare e prendere cibo e bevande. Lo stesso cibo dovrebbe appagare l'occhio
e la facilità nel poter mangiare con le mani deve essere indiscutibile: bisogna eliminare per esempio i semi; tagliare e privare delle ossa la carne; pulire il pesce dalle spine o utilizzare quello che ne abbia poche come molluschi, salmone o alici
Cosa ci serve?
- Tavolo centrale o tavolini sparsi con tovaglia a tema per le portate
- Caminetto (se c’è) oppure tante candele
- Piattini piccoli per le pietanze
- Tovaglioli
- Posate e bicchieri
Peraltro, è preferibile che questi accessori siano in eccesso che in difetto. Per Natale, in particolare, l’ideale è allestire tavoli e piani d’appoggio con tovaglie rosse con oggetti stabili come pigne e ramoscelli di pino. , in questo caso,il profumo è assicurato. Non occorre imbandire eccessivamente i tavoli nè con decorazioni nè con la quantità di portate. Meglio mantenere la sobrietà che cadere nel cattivo gusto e nel kitch. I cocktail alcolici e analcolici colorati, serviti su vassoi semplici, riempiono di colore e fantasia l’atmosfera.
Buffet natalizio: ricette e portate
Immancabile, in aria natalizia, deve essere uno spumante o prosecco, da abbinare a sottili fette di pesce, in particolar modo a quelli di spada e salmone e non dimentichiamo il carpaccio di tonno così in auge ultimamente. Come pietanze, è meglio optare per lasagne però già porzionato per facilitare il prelievo dal contenitore, farfalle con radicchio e salmone affumicato o ravioli o tortellini con i funghi porcini o zucca. Come secondi, ottime pietanze sono il vitello tonnato, il lardo di Colonnata con crostini o prosciutto crudo affettato a coltello al momento
Buffet natalizio: musica, vini e scenografie
La scenografia di un buffet natalizio è strettamente legata ai colori e agli addobbi. Sebbene si possa optare, infatti, per pietanze più innovative della classica cena di Natale, per quanto riguarda l’allestimento visivo, la scelta è quasi obbligata ai colori di questo periodo, rosso ,oro, bianco,verde per andare sul sicuro e creare un’atmosfera calda e accogliente, tipica della casa in festa.
Per un buffet di vero successo, infine, la musica non deve mancare dal jazz d'oltreoceano a una raccolta di gospel, la gamma di brani indicati per il Natale è davvero ampia. Ancor più importante è il volume della musica che non deve disturbare l’orecchio nè distrarre il palato dai sapori. Anzi, la conversazione tra gli ospiti dovrebbe potersi quasi “appoggiare” sulle dolci e calde note di questa musica per trovare nel dialogo, quel calore che spesso si perde nei rapporti interpersonali. Lo stesso profumo del cibo,non deve disturbare in nessun modo gli ospiti e la loro degustazione.
è di estrema importanza anche la temperatura della casa non bisogna lasciare spazi freddi nelle sale del buffet. La presenza di un albero di natale finemente decorato al centro della sala può rendere più magica la serata. E’ bello accogliere le persone con un sorriso, prendere loro gli abiti e sistemarli ordinatamente in un armadio per l’occasione. E’ buona usanza servire loro un calice di prosecco freddo e iniziare così il buffet.
lunedì 15 dicembre 2014
Mettere a 28° per 3 ore, dopodiché riportare a temperatura ambiente per l'ora rimanente.
Secondo giorno h 15 - Rinfresco del LM
Farina forte 150 gr
Lievito madre (dal precedente rinfresco) 150 gr
Acqua (26°) 67 gr
Scartare la crosta superficiale secca e pesare la parte di lievito madre necessaria, spezzettarlo, aggiungere l'acqua riscaldata a 26° e la farina, impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Piegare più volte la pasta per chiuderla a palla sotto, fare due tagli a croce sulla sommità e mettere in un contenitore ben pulito ed asciutto coprendo con un torcione, pulito anch'esso.
Mettere a 28° per 3 ore, dopodiché riportare a temperatura ambiente per l'ora rimanente.
A questo punto il lievito dovrebbe essere pronto e sufficientemente forte da far lievitare un impasto carico come quello del panettone, tagliandolo a metà l'interno sarà soffice un po'acido e con alveoli fitti, allungati e con qualche irregolarità.
Conviene inoltre preparare anche la "massa aromatica" citata nel secondo impasto tritando gli ingredienti assieme in un cutter fino ad ottenere una pasta da conservare al fresco in una tazzina coperta con pellicola fino al giorno successivo.
Lievito madre (dal precedente rinfresco) 100 gr
Acqua (28°) 90 gr
Zucchero 55 gr
Tuorli (temperatura ambiente) 45 gr
Burro (a pomata) 55 gr
A questo punto incorporare un terzo alla volta il burro portato a consistenza pomatosa, sempre ribaltando l'impasto per avere un risultato omogeneo.
Una volta pronto, formare a palla chiusa sotto e porre in una ciotola imburrata lasciando riposare a 28° per 2-3 ore coperto .
Al termine l'impasto non dovrà essere troppo cresciuto ma al massimo raddoppiato e "tondeggiante"
Primo impasto maturato (545 gr circa)
Farina forte 100 gr
Zucchero 60 gr
Tuorli (freddi di frigo) 45 gr
Malto 3 gr
Sale 3 gr
Massa aromatica* (40 gr circa)
Acqua (15°) 45 gr
Burro (a pomata) 55 gr
Uvetta 125 gr
Arancio candito a cubetti 45 gr
Cedro candito a cubetti 45 gr
*Massa aromatica:
Arancio candito 15 gr
Cedro candito 5 gr
Scorza grattugiata di limone 5gr
Miele 5 gr
Sciroppo di zucchero 10 gr
Avviare immediatamente impastando per 7' circa dopodiché incorporare la massa aromatica impastando ancora per 12'.
Da questo punto aggiungere spruzzandola metà dell'acqua, ribaltando di tanto in tanto ed aumentando un po' la velocità per formare la maglia glutinica, l'impasto dovrà quindi cominciare a legarsi, staccarsi anche se ancora non perfettamente dalle pareti della ciotola e diventare lucido.
Aggiungere l'altra metà dell'acqua sempre spruzzando ed alternando con aggiunte di burro morbido.
Al termine incordare bene ribaltando più volte, l'impasto dovrà presentarsi lucido ben legato
Arrotondare per l'ultima volta, mettere nel pirottino di carta (poggiato su una teglia per poterlo poi movimentare agevolmente)
Sono necessarie almeno 6 ore e anche di più, nel mio caso ce l'ho tenuto 12 ed il punto di arrivo prima della cottura era questo.
Appena il forno è pronto con una lametta tagliare superficialmente a croce la sommità del panettone, metterci qualche pezzetto di burro e poi infornare.
Al termine verificare la cottura con uno spiedino che non dovrà mostrare tracce di impasto; oppure, ancora meglio, usare un termometro a stilo col quale si dovranno misurare 94° al cuore.
Trascorso il tempo mettere in un sacchetto e lasciare a "maturare" il sapore per una settimana circa prima di assaggiare, se si è lavorato bene il panettone si manterrà morbido.
Mettere a 28° per 3 ore, dopodiché riportare a temperatura ambiente per l'ora rimanente.
Secondo giorno h 15 - Rinfresco del LM
Farina forte 150 gr
Lievito madre (dal precedente rinfresco) 150 gr
Acqua (26°) 67 gr
Scartare la crosta superficiale secca e pesare la parte di lievito madre necessaria, spezzettarlo, aggiungere l'acqua riscaldata a 26° e la farina, impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Piegare più volte la pasta per chiuderla a palla sotto, fare due tagli a croce sulla sommità e mettere in un contenitore ben pulito ed asciutto coprendo con un torcione, pulito anch'esso.
Mettere a 28° per 3 ore, dopodiché riportare a temperatura ambiente per l'ora rimanente.
A questo punto il lievito dovrebbe essere pronto e sufficientemente forte da far lievitare un impasto carico come quello del panettone, tagliandolo a metà l'interno sarà soffice un po'acido e con alveoli fitti, allungati e con qualche irregolarità.
Conviene inoltre preparare anche la "massa aromatica" citata nel secondo impasto tritando gli ingredienti assieme in un cutter fino ad ottenere una pasta da conservare al fresco in una tazzina coperta con pellicola fino al giorno successivo.
Lievito madre (dal precedente rinfresco) 100 gr
Acqua (28°) 90 gr
Zucchero 55 gr
Tuorli (temperatura ambiente) 45 gr
Burro (a pomata) 55 gr
A questo punto incorporare un terzo alla volta il burro portato a consistenza pomatosa, sempre ribaltando l'impasto per avere un risultato omogeneo.
Una volta pronto, formare a palla chiusa sotto e porre in una ciotola imburrata lasciando riposare a 28° per 2-3 ore coperto .
Al termine l'impasto non dovrà essere troppo cresciuto ma al massimo raddoppiato e "tondeggiante"
Primo impasto maturato (545 gr circa)
Farina forte 100 gr
Zucchero 60 gr
Tuorli (freddi di frigo) 45 gr
Malto 3 gr
Sale 3 gr
Massa aromatica* (40 gr circa)
Acqua (15°) 45 gr
Burro (a pomata) 55 gr
Uvetta 125 gr
Arancio candito a cubetti 45 gr
Cedro candito a cubetti 45 gr
*Massa aromatica:
Arancio candito 15 gr
Cedro candito 5 gr
Scorza grattugiata di limone 5gr
Miele 5 gr
Sciroppo di zucchero 10 gr
Avviare immediatamente impastando per 7' circa dopodiché incorporare la massa aromatica impastando ancora per 12'.
Da questo punto aggiungere spruzzandola metà dell'acqua, ribaltando di tanto in tanto ed aumentando un po' la velocità per formare la maglia glutinica, l'impasto dovrà quindi cominciare a legarsi, staccarsi anche se ancora non perfettamente dalle pareti della ciotola e diventare lucido.
Aggiungere l'altra metà dell'acqua sempre spruzzando ed alternando con aggiunte di burro morbido.
Al termine incordare bene ribaltando più volte, l'impasto dovrà presentarsi lucido ben legato
Arrotondare per l'ultima volta, mettere nel pirottino di carta (poggiato su una teglia per poterlo poi movimentare agevolmente)
Sono necessarie almeno 6 ore e anche di più, nel mio caso ce l'ho tenuto 12 ed il punto di arrivo prima della cottura era questo.
Appena il forno è pronto con una lametta tagliare superficialmente a croce la sommità del panettone, metterci qualche pezzetto di burro e poi infornare.
Al termine verificare la cottura con uno spiedino che non dovrà mostrare tracce di impasto; oppure, ancora meglio, usare un termometro a stilo col quale si dovranno misurare 94° al cuore.
Trascorso il tempo mettere in un sacchetto e lasciare a "maturare" il sapore per una settimana circa prima di assaggiare, se si è lavorato bene il panettone si manterrà morbido.
domenica 14 dicembre 2014
Un modo dolce ed elegante per deliziare i vostri ospiti a fine cena che non potrà fare a meno di stupirli! Ideale come fine pasto per le prossime feste Natalizie. Vi chiederanno tutti dove li avete comprati, e non crederanno mai che in poco tempo e con qualche piccolo accorgimento sono una vostra creazione!
PETIT FOUR DI MARZAPANE
INGREDIENTI
100 gr mandorle pelate, 100 gr zucchero semolato, 3/4 albume d’uovo, 1 cucchiaio acqua fiori di arancio, 2 gocce colorante alimentare rosso, 150 gr noci sgusciate intere, 8/10 prugne secche denocciolate o 8/10 datteri, 50 gr zucchero semolato
PROCEDIMENTO
Tritare le mandorle con lo zucchero fino a ridurle in polvere, aggiungere acqua fiori di arancio e bianco d’uovo poco alla volta. L’impasto deve risultare abbastanza compatto e non troppo bagnato (tenere delle mandorle di riserva se risultasse troppo duro o asciutto). Togliere dall’impasto 1/3 ed aggiungervi il colorante alimentare. Impastare fino a quando non assumerà un colore uniforme. Formare una palla di impasto bianco ed una di impasto colorato e lasciarle risposare in frigo per 20 minuti prima di lavorarle. Per comporre i dolcetti fare dei cilindretti di impasto di pasta di mandorle per le prugne secche e/o i datteri (precedentemente denocciolati e tagliati a metà per il senso della lunghezza) mettendo poi l’impasto al posto del nocciolo.
Passare in un piatto con dello zucchero semolato per finire la decorazione. Per comporre i dolcetti alle noci fare una pallina e schiacciarla in mezzo a due gherigli a modi “sandwich”, rifinire per la decorazione passandola in un piatto con lo zucchero semolato. Infine per creare le palline rosa formare semplicemente delle palline e passare anche queste nello zucchero semolato. Per una diversa presentazione potete disporre ogni dolcetto in un pirottino colorato.
Un modo dolce ed elegante per deliziare i vostri ospiti a fine cena che non potrà fare a meno di stupirli! Ideale come fine pasto per le prossime feste Natalizie. Vi chiederanno tutti dove li avete comprati, e non crederanno mai che in poco tempo e con qualche piccolo accorgimento sono una vostra creazione!
PETIT FOUR DI MARZAPANE
INGREDIENTI
100 gr mandorle pelate, 100 gr zucchero semolato, 3/4 albume d’uovo, 1 cucchiaio acqua fiori di arancio, 2 gocce colorante alimentare rosso, 150 gr noci sgusciate intere, 8/10 prugne secche denocciolate o 8/10 datteri, 50 gr zucchero semolato
PROCEDIMENTO
Tritare le mandorle con lo zucchero fino a ridurle in polvere, aggiungere acqua fiori di arancio e bianco d’uovo poco alla volta. L’impasto deve risultare abbastanza compatto e non troppo bagnato (tenere delle mandorle di riserva se risultasse troppo duro o asciutto). Togliere dall’impasto 1/3 ed aggiungervi il colorante alimentare. Impastare fino a quando non assumerà un colore uniforme. Formare una palla di impasto bianco ed una di impasto colorato e lasciarle risposare in frigo per 20 minuti prima di lavorarle. Per comporre i dolcetti fare dei cilindretti di impasto di pasta di mandorle per le prugne secche e/o i datteri (precedentemente denocciolati e tagliati a metà per il senso della lunghezza) mettendo poi l’impasto al posto del nocciolo.
Passare in un piatto con dello zucchero semolato per finire la decorazione. Per comporre i dolcetti alle noci fare una pallina e schiacciarla in mezzo a due gherigli a modi “sandwich”, rifinire per la decorazione passandola in un piatto con lo zucchero semolato. Infine per creare le palline rosa formare semplicemente delle palline e passare anche queste nello zucchero semolato. Per una diversa presentazione potete disporre ogni dolcetto in un pirottino colorato.
sabato 13 dicembre 2014
Non sto quì ad indicarvi come si ottiene e si mantiene il lievito madre, do per scontato che se uno decide di cimentarsi in una ricetta di questa complessità un po' di esperienza col lievito (madre e non) ce l'abbia già.
Data la complessità del procedimento la ricetta è la tabella di marcia che ho seguito, ovviamente se si deve adattarlo alle proprie esigenze cercare sempre di rispettare il più possibile gli intervalli di tempo tra una fase e l'altra.
Intanto qualche premessa:
- è sottinteso che sia per i rinfreschi che per gli impasti è conveniente se non addirittura necessario usare la planetaria col gancio.
- per le lievitazioni è altresì importante creare sempre le giuste condizioni di temperatura, io molto empiricamente uso il forno come camera di lievitazione accendendolo per 20" poi lo spengo e dopo poco la temperatura arriva grossomodo a 28°, mantengo la luce accesa e di ora in ora verifico col termometro dentro (a sportello chiuso), riaccendendo ancora una decina di secondi o più quando si riabbassa.
- ove non indicato diversamente la temperatura dell'ingrediente è da ritenersi la temperatura ambiente attuale, ovvero più o meno intorno ai 18-20°.
- Le dosi sono per ottenere un unico panettone da un chilo, anche perché il mio forno non è attrezzato per "parti gemellari"... ;-)
- Conviene partire da un lievito madre normalmente sano e collaudato evitando di correggerne eventuali problemi di debolezza o acidità eccessive durante i rinfreschi di rinforzo, se si hanno dubbi meglio prima correggere il problema e rimandare di qualche giorno
Non sto quì ad indicarvi come si ottiene e si mantiene il lievito madre, do per scontato che se uno decide di cimentarsi in una ricetta di questa complessità un po' di esperienza col lievito (madre e non) ce l'abbia già.
Data la complessità del procedimento la ricetta è la tabella di marcia che ho seguito, ovviamente se si deve adattarlo alle proprie esigenze cercare sempre di rispettare il più possibile gli intervalli di tempo tra una fase e l'altra.
Intanto qualche premessa:
- è sottinteso che sia per i rinfreschi che per gli impasti è conveniente se non addirittura necessario usare la planetaria col gancio.
- per le lievitazioni è altresì importante creare sempre le giuste condizioni di temperatura, io molto empiricamente uso il forno come camera di lievitazione accendendolo per 20" poi lo spengo e dopo poco la temperatura arriva grossomodo a 28°, mantengo la luce accesa e di ora in ora verifico col termometro dentro (a sportello chiuso), riaccendendo ancora una decina di secondi o più quando si riabbassa.
- ove non indicato diversamente la temperatura dell'ingrediente è da ritenersi la temperatura ambiente attuale, ovvero più o meno intorno ai 18-20°.
- Le dosi sono per ottenere un unico panettone da un chilo, anche perché il mio forno non è attrezzato per "parti gemellari"... ;-)
- Conviene partire da un lievito madre normalmente sano e collaudato evitando di correggerne eventuali problemi di debolezza o acidità eccessive durante i rinfreschi di rinforzo, se si hanno dubbi meglio prima correggere il problema e rimandare di qualche giorno
mercoledì 3 dicembre 2014
Quando arrivano le festività natalizie, in ogni casa in Puglia si fa la grande corsa per trovare qualche bottiglia di Cotto di fichi, uno sciroppo con cui condire le famose e tipiche cartellate, ma anche tante altre prelibatezze (dolci e non) del periodo. Ma in cosa consiste?
Il Cotto di Fichi è una preparazione tradizionale, che in quanto tale deve essere prodotta esclusivamente in maniera artigianale per essere messa in vendita con questo nome. Si tratta, semplicemente, di una riduzione fatta con acqua e i fichi (quelli neri) locali, che vengono raccolti a fine settembre e fatti seccare per un po’. Il periodo di produzione del cotto è solitamente metà ottobre, che slitta a fine ottobre in caso di gran caldo come quello vissuto nel 2012. Da non confondere con il “vincotto” o “vincotto di fichi”, il primo prevede la riduzione di mosto cotto, il secondo la riduzione di mosto e fichi.
Nel cotto di fichi, i fichi esiccati vengono reidratati con l’acqua, e poi cotti e ridotti per ore, fino all’evaporazione completa dell’acqua ed alla conseguente concentrazione degli zuccheri naturali del frutto. Quando è pronto, bello filamentoso, viene leggermente filtrato e messo in bottiglie scure. Grazie alla cottura ad alta temperatura, il cotto è un prodotto igienicamente sicuro e con una vita di almeno 2/3 anni. Organoletticamente è caratteristico, oltre ai naturali sentori di fichi, emana anche sentori intensi di frutta secca, spezie, un ricordo di cacao amaro, grazie soprattutto agli zuccheri concentrati. In bocca è un’esplosione di sapori, dove la dolcezza, a differenza di quanto si possa pensare dal procedimento, non è eccessiva, anzi risulta ben bilanciata con una sensazione amarognola tipica del fico pugliese.
Lo si può usare per condire, come detto, le tipiche cartellate pugliesi ma anche in sostituzione di altre glasse industriali, come condimento di insalate, farcitura di carni, formaggi e panettoni! Vi consiglio di provarlo, vi sorprenderà.
Quando arrivano le festività natalizie, in ogni casa in Puglia si fa la grande corsa per trovare qualche bottiglia di Cotto di fichi, uno sciroppo con cui condire le famose e tipiche cartellate, ma anche tante altre prelibatezze (dolci e non) del periodo. Ma in cosa consiste?
Il Cotto di Fichi è una preparazione tradizionale, che in quanto tale deve essere prodotta esclusivamente in maniera artigianale per essere messa in vendita con questo nome. Si tratta, semplicemente, di una riduzione fatta con acqua e i fichi (quelli neri) locali, che vengono raccolti a fine settembre e fatti seccare per un po’. Il periodo di produzione del cotto è solitamente metà ottobre, che slitta a fine ottobre in caso di gran caldo come quello vissuto nel 2012. Da non confondere con il “vincotto” o “vincotto di fichi”, il primo prevede la riduzione di mosto cotto, il secondo la riduzione di mosto e fichi.
Nel cotto di fichi, i fichi esiccati vengono reidratati con l’acqua, e poi cotti e ridotti per ore, fino all’evaporazione completa dell’acqua ed alla conseguente concentrazione degli zuccheri naturali del frutto. Quando è pronto, bello filamentoso, viene leggermente filtrato e messo in bottiglie scure. Grazie alla cottura ad alta temperatura, il cotto è un prodotto igienicamente sicuro e con una vita di almeno 2/3 anni. Organoletticamente è caratteristico, oltre ai naturali sentori di fichi, emana anche sentori intensi di frutta secca, spezie, un ricordo di cacao amaro, grazie soprattutto agli zuccheri concentrati. In bocca è un’esplosione di sapori, dove la dolcezza, a differenza di quanto si possa pensare dal procedimento, non è eccessiva, anzi risulta ben bilanciata con una sensazione amarognola tipica del fico pugliese.
Lo si può usare per condire, come detto, le tipiche cartellate pugliesi ma anche in sostituzione di altre glasse industriali, come condimento di insalate, farcitura di carni, formaggi e panettoni! Vi consiglio di provarlo, vi sorprenderà.